mercoledì 6 aprile 2011

MIGRAZIONI




Emiliano Deiana
il 6 aprile 2011

Area89

Un deserto da attraversare...
un deserto di disperazione...
giallo e cotto dal sole...
sconfinato e deragliato dietro le ultime dune...
dal Senegal... dal Kenya... dalla Namibia...
dal Congo... salgono certi uomini già sconfitti...
salgono verso nord lasciandosi dietro fame, peste e carestie...
uomini e sabbia... un mare di sabbia... a piedi per chilometri
e sete... miraggi... oltraggi... passaggi a bordo di vecchi
furgoni Volkswagen... ammassati... sudati...
lungo vie polverose col paesaggio sempre identico... giorni e notti... freddissime notti... e giorni bollenti... escursione termica... febbri... spasimi... miasmi... diarree devastanti... disidratazione... e ancora sabbia... delirio... martirio... e Africa... Africa...

Africa... mal d'Africa... e addii... partenza... abbandoni... sempre... per sempre... tremila dollari per un viaggio... tremila dollari per un'illusione... tremila dollari per incontrarne un'altra di miseria... dall'alto di una collina la costa libica... il mare... non chiedertelo, ragazzo, quanto è profondo il mare... non chiedertelo perché è profondo tremila dollari... non troverai nessuno a ventimila leghe sotto la superficie... i pescecani hanno sembianze antropomorfe...
visi di pietra... cotti dalla salsedine e dal sole... un barcone corroso dalla ruggine... una vela mangiata dalle intemperie... uno scafo ammaestrato dalle onde... su quell'isola galleggiante, il futuro... è scura la barca, come la notte... e quando parte corpi ammassati come per una spedizione divina... e nel buio della notte solo occhi... bianchi come uova sode... a scrutare il nulla... e il ruggito del mare si fa tempesta... e l'urlo dell'onda si mischia agli afrori che sanno di sudore e di povertà... di paura e di merda... e freddo, nella notte... e spruzzi che si alzano come idranti... a bagnare il sonno... a mischiarsi col vento... e il misto di acqua e vento si trasforma in brivido freddo...e fa crescere i deliri... le febbri... e ci si tiene stretti per farsi caldo... per farsi coraggio... è una notte che non finisce mai... mentre il mare si ingrossa... giganteggia... e onde terribili... ululati marini... è lui, il mare... in tutta la sua oscena magnificenza... in tutta la sua assurda potenza... il mare... il nulla... e buio... orribile buio.
e tu, ragazzo, non chiedertelo quanto è profondo il mare... non chiedertelo perchè è profondo tremila dollari... una barca scura, il cielo che si mischia al mare... e tempesta... vento e tempesta... le Erinni indiavolate... le anime di tutti i naviganti... la presenza vaneggiante di Vasco da Gama... e di Achab... Ismaele... Queequeg... e del Vecchio marinaio... e canti... violoncelli che vibrano come sirene ubriache... e giovani lesbiche a confondersi col bianco dell'onda... e ora sole che sale... veloce... e scalda, calmando il mare... e sale come una marea la febbre... e aumentano le visioni... gli incubi...le allucinazioni... la disidratazione... il mare è un peyote d'acqua... un oppio liquido... il confine con gli abissi... e acqua, acqua dappertutto... solo acqua e sole e abbagli di cielo... per un giorno intero... al far della sera luci in lontananza... e miraggio... terra... terra... terra urlerebbero se avessero voce... ma pensano ad un inganno... l'ennesimo... lanciano in acqua i canotti i pescecani antropomorfi... ringalluzziti dalla riuscita della missione...
e li buttano in acqua quei fantasmi neri... neri come la notte... neri come la miseria... neri come la notte quando è nera... e rocce... taglienti come coltelli... pungenti come spille ad accoglierli... e dietro la collina... il volto del futuro... la faccia della libertà sognata... si presenta col profilo di un plotone di gendarmi col manganello in mano...

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