giovedì 4 marzo 2010

ROMA – I motivi per biasimare la prova di forza della destra, con l’approvazione di un decreto legge in materia elettorale sono innumerevoli. Ma il primo, il più eclatante è sicuramente la protervia del loro comportamento, il non voler ammettere l’errore ed anzi scaricarlo falsamente sugli avversari, ciò che dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il carattere eversivo del berlusconismo. Un episodio è indicativo. Il magistrato di turno nell’ultimo giorno di presentazione delle liste elettorali nel tribunale civile di Roma, Anna Argento, è stata addirittura denunciata dagli squadristi della destra per abuso di ufficio. Secondo loro, l’abuso sarebbe consistito nel fatto che il magistrato si è rifiutata di ammettere nel “recinto” gli esponenti berlusconiani dopo la chiusura dei termini, per permettere loro di integrare la documentazione elettorale. Anna Argento, che non ha mai rilasciato un’intervista alla stampa in vita sua, ora dice: «Non si può integrare qualcosa che non esiste: alle 18 di sabato nessuna lista del Pdl risultava depositata in cancelleria, si tratta di mancata presentazione, non di esclusione nel merito della lista».

IL SILENZIO DEI COSTITUZIONALISTI

Fra ieri ed oggi, spicca il silenzio di molti costituzionalisti italiani sul ruolo del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Un silenzio imbarazzato ma che non riesce a nascondere la maggioritaria avversione che regna fra di loro su un atto del Governo che appare illegittimo sotto diversi punti di vista.

L’opinione dei costituzionalisti sembra chiara. Si è trattato di una “forzatura”, di un atto legislativo emanato non nell’interesse generale ma nell’interesse di una sola parte contendente, quella di maggioranza relativa. È proprio questo il punto centrale sottolineato oggi da Gustavo Zagrebelsky in un’intervista a “Repubblica”: «Le leggi sono state piegate a interessi partigiani perché chi dispone della forza dei numeri ritiene di poter piegare ai propri fini, anche privati, il più pubblico di tutti gli atti: la legge, appunto».

IL COSIDDETTO “DECRETO INTERPRETATIVO”

L’altro punto di critica riguarda l’asserita caratteristica di “interpretazione” del provvedimento emanato dal Governo. Le “leggi interpretative” sono materia ben conosciuta dai giuristi. Esse si hanno quando il Parlamento decide di statuire la “ratio iuris”, cioè la ragione di un provvedimento già in vigore, fornendone una “interpretazione autentica” alla quale si deve necessariamente ricorrere. Ma, sottolinea un’altra autorevole costituzionalista, Lorenza Carlassare, professore emerito dell’Università di Padova, «queste norme di solito vengono emanate con forma di legge e non di decreto e si pensa possano essere retroattive proprio perché non introducono nuove disposizioni ma illuminano su una legge già esistente». Insomma, una “legge interpretativa” non può innovare alcunché, altrimenti non è “interpretativa”. In questo caso, il decreto legge ha introdotto una proroga dei termini, che è appunto cosa nuova rispetto alla legislazione vigente. Inoltre, il decreto regola la materia elettorale, cosa vietata espressamente dalla legge n. 400 del 1988. Si tratta evidentemente di un’altra innovazione, che abroga, per quanto tacitamente, la precedente disposizione (per cui, da ora in poi, sarà possibile introdurre modifiche nell’ordinamento elettorale anche per decreto del Governo). Ancora di più, in questo modo, si dimostra che il decreto non è puramente “interpretativo”.

LA MANCANZA DI RAGIONEVOLEZZA Un provvedimento inimmaginabile in qualsiasi altro sistema democratico. È questa la conclusione cui si perviene analizzando da qualsiasi punto di vista la portata dell’atto legislativo voluto dalla destra. Una delle sue disposizioni prevede che l’obbligo di presentazione delle liste si considera assolto per il solo fatto che i delegati muniti della prescritta documentazione siano nei locali entro l’orario stabilito. Ma, asserisce ancora la professoressa Carlassare, «l’ingresso nei locali del tribunale è un fatto giuridicamente privo di significato. Entrare non vuol dire avere la documentazione. Io posso entrare e avere buste vuote». Una sanatoria vera e propria, finalizzata ad ammettere chi non ha rispettato la disposizione di una legge. Commenta ancora Zagrebelsky: «La modifica non è fatta nell’interesse di tutti, ma nell’interesse di alcuni, ben noti, e per di più, a partita in corso. È un intervento fintamente generale». Ma non è certo la prima volta e, purtroppo, non sarà l’ultima.

I PRECEDENTI

A guardare i precedenti in materia si comprende ancora di più la furfanteria commessa dalla destra. Nel 2000, i berlusconiani fecero ricorso e lo vinsero contro il centro-sinistra nelle elezioni regionali molisane per una questione di irregolarità delle firme, quindi una questione, secondo il loro attuale pensiero, puramente “formale”. I giudici accolsero il ricorso e invalidarono l’elezione del governatore di centro-sinistra Giovanni Di Stasi. Alla tornata elettorale successiva vinse il candidato berlusconiano Michele Iorio e il Governo di Massimo D’Alema non pensò nemmeno per un attimo di fare una legge di sanatoria. Ma questo, i Bondi-Cicchitto non lo ricordano. La loro memoria corta non arriva ai dieci anni.

CROLLO DEL GOVERNO NEI SONDAGGI


L’impressione, però, è che la destra abbia davvero valicato ogni transenna, ogni limite. Manifestazioni di protesta sono state già organizzate in tutta Italia. E, cosa ancora più importante, il Governo è ai minimi storici del consenso: il 39% contro il 50% di dicembre, subito dopo l’attentato al premier.

Durissimo il commento della Conferenza episcopale italiana. Secondo il Vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, presidente per gli affari giuridici della Cei, il decreto governativo è frutto di «un atteggiamento arrogante della maggioranza e crea un brutto precedente». Secondo Mogavero «le regole sono a garanzia e a tutela di tutti. A questo punto si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono un gioco un valore, il valore della partecipazione oggi, e domani un altro valore».


http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=9009:decreto-salva-liste-i-costituzionalisti-in-coro-illegittimo-e-truffaldino&catid=37:politica-interna&Itemid=154






‘Sto governo ci ha stufato,
come pur l’opposizione,
a vota’ ci hanno chiamato,
mò sfruttamo ‘st’ occasione.

Quante vorte annate ar seggio,
solo a facce la presenza,
o a vota’ p’er meno peggio,
pe’ ‘n problema de coscienza.

Mo ve voglio da’ ‘na dritta,
m’è arrivata dar virtuale,
c’ è ‘na legge che sta scritta,
ne poi fa ‘n arma letale !!!

Entri col tuo certificato,
e con fare naturale,
chiedi venga vidimato,
poi richiedi un bel verbale.

Lo stupore pe’ risposta,
vedi nello scrutatore,
l’ignoranza cara costa,
e je regali ‘sto ber fiore:

“ - Son venuto per protesta,
io ‘sta gente nun la voto !! “
Solo questo a noi ce resta;
che sia scritto e registrato .

Pensa ‘n po’ se semo in tanti
quarche mucchio de milioni
registrati ”non votanti “
quelli che se so’ rotti li cojoni

Una grande novità,
sai ner monno li commenti,
niente più complicità,
a ‘st’ infami delinquenti.

Perché er voto così espresso,
resta in mano ar cittadino,
nessun può farne possesso,
è un poter quasi divino.

Io ‘sta cosa ve l’ho detta,
fate un po’ come ve pare,
ma anche solo pe’ vendetta,
penso sia un gran bell’ affare !!!!

di BRUNO PANUCCIO
10 minuti fa ·




la protesta:

Nessuno degli schieramenti

qui riportati mi rappresenta !


Avete deciso di non votare?
Fatelo nella legalità e nel rispetto di voi stessi
esercitando i vostri diritti.Pochi lo sanno, ma la
legge prevede la possibilità di rifiutarsi di votare
e metterlo a verbale.
Quando si va al seggio e dopo che le schede sono vidimate
si dichiara che cisi rifiuta di votare e si vuole che sia
messo a verbale.

Le schede di rifiuto sono CONTATE e sono VALIDE,
contrariamente alle schede nulle o bianche o
all´astensione dal voto.
Nessun mass-media ne parla, sembra che i giochi
siano già fatti, e probabilmente molti andranno
a votare il “meno peggio”.

Nel caso le schede di rifiuto arrivassero a un
numero molto elevato (cosamai successa nelle
elezioni italiane) ci sarebbe qualche problema
nell´assegnare i seggi vuoti e i mass-media
sarebbero obbligati a parlarne)

L’astensionismo passivo non fa percentuale di
media votanti e riguardo alle elezioni legislative
il nostro sistema di attribuzione non prevede
nessun quorum di partecipazione.

Quindi, se per assurdo nella consultazione
elettorale votassero tre persone,ciò che
uscirebbe dalle urne sarebbe considerata
valida espressione della volontà popolare
e si procederebbe quindi all’attribuzione
dei seggi in base allo scrutinio di tre
schede.Altresì le schede bianche e nulle,
fanno sì percentuale votante, ma sono
ripartite, dopo la verifica in sede di
collegio di garanzia che ne attesti le
caratteristiche di bianche o nulle, in
un unico cumulo da ripartire nel
cosiddetto premio di maggioranza. ..
(per assurdo sempre votando biancao nulla
se alle prossime elezioni vincesse Berlusconi
le suddette schede andrebbero attribuite nel
premio di Forza Italia)

Esiste, però un METODO DI ASTENSIONE, che
garantisce di essere percentuale votante
(quindi non delegante) ma consente di non
far attribuire il proprio non-voto al partito
di maggioranza.

E´, infatti, facoltà dell’elettore recarsi al seggio
e una volta fatto vidimare il certificato elettorale,
AVVALERSI DEL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA ,
assicurandosi di far mettere a verbale tale opzione;
è possibile inoltre ALLEGARE IN CALCE AL VERBALE,
UNA BREVE DICHIARAZIONE IN CUI, SE VUOLE, L’ELETTORE
HA IL DIRITTO DI ESPRIMERE LE MOTIVAZIONI DELSUO RIFIUTO

(es. Nessuno degli schieramenti qui riportati mi rappresenta)

Nel caso in cui gli scrutatori vi facessero problemi di
inattuabilità della procedura, appellatevi al seguente
testo di legge:Testo Unico delle Leggi Elettorali, D.P.R.
30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 - Par. 5 5)

Il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire
nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di
elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni
e con la multa sino a lire 4.000.000.”[via: una mail]

disclaimer: noantri.com non invita ad astenersi dal voto.

Ci sembra solo doveroso ricordare a tutti, soprattutto a chi
ha deciso per qualsivoglia motivo di non votare alle prossime
elezioni 2008, che esiste il “non voto” come precisa scelta
politica ma che va attuato secondo leregole.
Che il voto è uno dei nostri più grandi diritti e BISOGNA esercitarlo.
In qualsiasi modo riteniamo opportuno.





FRONTE DEL POPOLO


L'INTELLETTUALE

QUALUNQUE.

Di chi è la colpa della corruzione italiana? Ci voleva un intellettuale acuto, coraggioso, anti-conformista per offrire al dibattito pubblico un punto di vista finalmente nuovo, un salto di prospettiva, un cambio di passo. Ci voleva Ernesto Galli della Loggia.

Ci ha pensato, ragionato, studiato, e alla fine sulla prima pagina del “Corriere” ha offerto al Paese le sue conclusioni. Sorprendenti, come al solito. «Chi si ostina a ritenere che “il problema è politico”, che tutto si riduca a destra e a sinistra, lo sa che le tangenti continuano a girare vorticosamente anche nel privato?». No, non lo sapeva nessuno, in effetti. E chi poteva immaginarlo, in un paese così a modo come l’Italia, dove lo spirito civico è diffuso e la mafia non esiste. Meno male che c’è Galli della Loggia che mette in crisi le nostre comode certezze. «Lo sa che dappertutto qui da noi, quando ci sono soldi in ballo, non si dà e non si fa niente per niente?». Accidenti, no, neppure questo sapevamo, ma dove abbiamo vissuto finora? Ce lo spiega il Professore, lui non guarda in faccia a nessuno: «Lo sa che i concorsi più vari sono sempre, in misura maggiore o minore, manipolati? Riservati agli amici e ai protetti quando non direttamente truccati?». Cavolo, professor Galli, ma allora lei ci sta dicendo che quella volta che abbiamo partecipato a un concorso per un dottorato di ricerca, con i suoi colleghi in commissione, magari con lei presente, i nomi dei vincitori erano già decisi in partenza? No, non ce ne eravamo davvero accorti, che ingenui! Pensavamo che bastasse studiare, che in questo paese contassero il talento e la meritocrazia, lo aveva scritto anche Lei ha scritto tante volte sulla stessa prima pagina del “Corriere”. Non era vero niente, ci rivela lei adesso, grazie per averci fatto risvegliare dall’illusione.
Galli ha ancora qualche altra sconvolgente scoperta da proporci. Che in Italia c’è «un’evasione fiscale dilagante» (oddio, e adesso chi lo dice a mamma?). Che «milioni di italiani violano i regolamenti urbanistici e edilizi», spesso, annota l’acuto professore perché a lui non la fanno, «grazie all’esborso di mazzette», il «sistematico taglieggio» delle compagnie assicurative, telefoniche ecc. che fissano «tariffe esagerate, contratti truffaldini, balzelli supplementari, clausole capestro». Mancano la pioggia d’inverno e la piaga del traffico in autostrada del controesodo, ma solo per ragioni di spazio, probabilmente.

Conclusione solenne. La corruzione è un reato? Una responsabilità individuale? Una questione di coscienza? Macché, sentenzia Galli: «Lo si può dichiarare senza rischiare l’accusa di lesa maestà? La verità è che la causa della corruzione italiana è l’Italia».
La colpa è di tutti. Del peccato originale. Della natura umana. Del male nel mondo. Siamo tutti corrotti. In quanto italiani. Anzi, in quanto esseri umani.
Messa così, sembra la mitica battuta di Jake nei “Blues Brothers” che prova a giustificarsi con l’amante abbandonata: «Non ti ho tradita, dico sul serio! Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tight, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato il terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette.. Non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!»
C’erano stati il terremoto, l’inondazione, le cavallette, ha spiegato Belushi-Bertolaso, che colpa ne ho io.
Adesso a dargli una mano arriva Galli della Loggia. L’Intellettuale Qualunque.

Tag:corruzione, Galli della Loggia

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